Allora. # Finalmente il bambino lascia gli stivaloni e si mette un paio di scarpette. Si prepara, si fa tutto_ bello, e gli altri-- gli animali suoi, i suoi amici lo guardano, un po' tristi perché sanno che stavolta non usciranno con lui: il cane, la rana come al solito e la tartaruga. Il cane lo saluta, la tartaruga si mette sotto al guscio perché è un po'_ è un po' timida, e nel frattempo la rana sgattaiola e si mette dentro la tasca della giacchetta del bambino. ## Il bambino va, con la famiglia, escono, il bambino saluta i suoi due compagni che ha lasciato a casa, il cane e la tartaruga, e li saluta pure la rana – un po' stronzetta, la rana, nei confronti dei suoi amici – e vabbè, e li saluta. Con la famiglia vanno a un ristorante di lusso. C'è il padre, la madre, la sorella, lui e la rana, che è felicissima di uscire. Appena arrivano al ristorante, li accoglie un metre o una specie d'autista, il padre parla con lui, sembra un gerarca napoleonico. # Li fanno accomodare a un tavolo, gli porgono i menù, il bambino è tutto intento a leggere il menù e non s'accorge che che la rana scatta, fa un saltone dalla sua tasca, sempre felice co’ quest'aria allegra, si tuffa e finisce nel sassofono di uno dei componenti del gruppo. Il sassofonista, assorto, nemmeno se n'accorge, sta lì, con gli occhi socchiusi e continua a suonare, preso dalla musica, e nemmeno gli altri componenti del gruppo se ne accorgono. [Pa!] finisce dritto dentro la tuba del saxofono. A questo punto dopo un po' se n'accorge, il sassofonista, perché non esce più una nota. Allora rigira il sassofono, nello stupore degli altri due, degli altri due componenti del gruppo, della banda; guarda scrupolosamente dentro, per vedere cosa sia successo; anche gli altri si interrogano e [pam!] esce fuori la rana, si spiattella proprio sulla faccia, sul naso del sassofonista. E c’è l'altro-- chi è, aspetta, questo qua, che suona? ah, c'è il trombettista, che se la ride! E invece, il batterista se la ride un po' meno perché_ s’accorge che il sassofonista gli sta per crollare addosso. Alza le braccia, ma non può niente e [pam!] cade dentro dentro la grancassa. Ci va proprio col culo, dentro la grancassa. E infatti la rompe, chissà che botto. ## Il trombettista continua a ridere, il batterista è un po' più preoccupato. Comunque, alla fine tutti e tre sono un po'_ sorpresi da quello che è successo, però al trombettista non gliene frega niente, continua a ridere, discutono più che altro gli altri due, perché non se ne sono accorti che la rana era entrata dentro il sassofono. # E allora, il batterista chiede al sassofonista spiegazioni : « Ma perché sei caduto qua den[tro], ma perché ti sei buttato ? Ch’è successo?" L'altro ride, ride senza nemmeno riuscire a dir niente. La rana nel frattempo continua nel suo viaggio saltando da una parte all'altra e stavolta il suo salto la porta su un piatto, anzi su un vassoio che un cameriere, pure questo con un'aria abbastanza distratta, sta portando a servire a un tavolo. Nessun'altro nei commensali s'accorge della rana che salta da una parte all'altra. [Il quale] soddisfatto, il cameriere, porge il vassoio a una signora, una signora di queste_ tutta imbellettata, penso sia vedova, con un cappello pieno di margherite, collane, un po' altezzosa. Lo guarda quasi con sufficienza ma si compiace del piatto, e il cameriere glielo porge e la la_- -- e se ne va. Alla prima forchettata sbuca la rana, che la guarda con un'aria così_, # così, amichevole. E’ a cercare-- è in cerca-- è in cerca di affetto, questa rana, però mi sa che la signora non è molto d'accordo. # E infatti, e infatti sviene, # se non sviene, per lo meno cade indietro, lancia la forchetta, vola il piatto, vola il bicchiere e la rana si accorge che_ che il suo affetto non viene ricambiato. Spicca un altro salto, stavolta non guarda nemmeno dove va a finire e infatti va a finire da una parte-- va a finire in un bicchiere; va a finire in un bicchiere di un tipo che sta con una_ con una ragazza, co' ‘na donna # non so se sono sposati o_ o forse stanno hm a una cena di fidanzamento. Stavolta però il cameriere se [n’]accorge, di cosa è suc-- di cosa è che crea il casino nel ristorante, vede clariss- vede chiaramente la rana saltare dentro il bicchiere del del del dell'ignato che sta lì per brindare con la sua futura moglie, e mentre cerca di riprendere la vecchia che sta lì disperata, ‘un si sa perché piange-- ## ah, poi la vecchia se riprende, e comincia a lamentarsi con un altro cameriere, eh si lamenta_, è molto arrabbiata, stavolta, è proprio arrabbiata, gli ha[n] rovinato la cena. Si lamenta con un cameriere che non sa niente, che no- non-- e cerca di giustificarsi, col col palmo della mano, dice " ma_ non_ ma io non so niente, rane, ma, in questo ristorante no, nemmeno si_ nemmeno in cucina ci stanno". L'altro cameriere che ha visto tutto si avvicina a passi decisi verso il tavolo in cui l'ignaro baldanzoso, sperando in un bacio dalla sua futura moglie, riceve un bacio dalla rana, che è irriverente eh, ma è simpatica, la rana, alla fine, è irriverente, lo bacia sul naso. La tipa, la sua futura consorte o amica, o fidanzata lo guarda [come dire]: "Hm? E questa che è più bella de me?" Ma la scena romantica finisce presto perché, mentre la rana tutta felice saluta i due commensali, gli s'avventa alle sue spalle il cameriere. Lei nemmeno se ne accorge, ma il cameriere la prende, nel frattempo i due commensali escono e la e la moglie è un po'_ non lo so, un po' assente, non gli è piaciuta, 'sta cosa del marito che baciava la rana, anzi, la rana che baciava il marito]. Anche altra gente nella ran- nella sala ha assistito alla scena e sono tutti un po' sorpresi. Eh, ma stavolta il cameriere l'ha_ l'ha pizzicata, la rana. La prende per le zampine posteriori, a testa in giù, la rana con gli occhi di fuori [?] ‘ste braccine stirate, s’accorge che ormai, basta, è finita, per lei, fino a quando il suo piccolo amico se ne accorge. Vede la rana che è stata pizzicata dal cameriere, ma forse lui nemmeno sapeva che la rana stesse con lui, no, mi sa che non se n’era accorto. La madre e il padre so' arrabbiati, la sorella, meravigliata, gli altri commensali, pure, completamente sorpresi. Ma il bambino però si accorge che la rana sta in pericolo. Corre dal cameriere, e cerca di spiegargli che la rana è sua che è un suo carissim- un suo carissimo amico, e non può tirarla fuori. Eh, il cameriere però è_ è rigido, stavolta: "O la rana fuori, o tutti voi fuori". Allora, il bambino non lascia la rana sola e costringe tutta la famiglia ad andare a casa. Nemmeno avevano iniziato a mangiare, niente, vanno a casa a bocca asciutta, e forse li hanno fatti pure paga'. Padre e madre, arrabbiati, sorella, nera. In macchina nessuno gli rivolge una parola. Il padre, arrabbiatissimo, guarda in avanti e pensa alla alla prossima punizione. La madre pure è indignata. Un po' esagerati, 'sti genitori, però, eh! # E infatti arrivati a casa lo manda[no] in punizione. La sorella contenta gli tira-- gli fa pure una bella linguaccia, e la madre sghignazza. Insomma, secondo loro, la punizione, stavolta, se la merita. Torna a casa, col suo caschetto, il suo completino e trova gli altri suoi due-- suoi amici che aveva lasciati soli: la tartaruga e il cane. Però poi, appena sta dentro la stanza e chiude la porta, lì iniziano le risate a raccontare la storia della rana che saltava da un piatto e l'altro; risate a crepapelle: lui è a testa-- lui è a pancia per aria... solo che gli altri due amici, il cane e la tartaruga, eh, sono-- si sentono un po' esclusi perché, non solo sono rimasti a casa, ma non possono nemmeno partecipare alle risate. E' finita, la storia.